Arnold and Doris Esch have made a specialty of examining the records of playing card imports into Rome during the 15th century. This blog is started for the purpose of making available my translation of an article in Ludica by them with data for 1466-1480 and a summary of the preceding period for which records exist. For more on this subject see the thread "The Esch Revolution" on Tarot History Forum at http://forum.tarothistory.com/viewtopic.php?f=11&t=967, where this transcription of the Italian original and English translation originally appeared. First the original will appear in small type and then the translation in normal type, page by page. Their 1466-1480 table of data is not translated, but their footnotes to it are, to the extent I can do so. The words in the table are mostly ones already translated in my comments (which are in square brackets). I do not have the bibliography page. . The
article is from «Ludica», 21-22, 2015-2016, pp. 152-154.
Of particular
interest, I thought, are a couple of corrections to his previous
articles, regarding names and quantities; these are in the notes. Also,
in the new list for 1480 we see French playing cards. I think that means
French style, i.e. with hearts, diamonds, clubs, and spades, but I am
not sure.
Arnold e Doris Esch
Importazioni di trionfi e carte da giocare nei registri doganali di Roma, 1466-1480
Per
integrare le notizie sull'importazione di trionfi e carte da gioco a
Roma negli anni 1445-1465 (1), dato che la documentazione sui trionfi in
un'epoca così precoce è piuttosto rara (2), diamo qui altre
informazioni tratte dai registri doganali degli anni immediatamente
successivi, 1466-1480 (3).
Per
riassumere brevemente i risultati della pubblicazione precedente e per
dare le informazioni necessarie sulla fonte: si è visto che negli anni
intorno alla metà del Quattrocento i trionfi e le carte da gioco vengono
importati a Roma già in una quantità inattesa, per cui il patrimonio
finora noto di trionfi risulta notevolmente accresciuto. Già i registri
più antichi che si sono conservati della dogana di terra (quelli
precedenti al novembre 1451 sono perduti) contengono trionfi in maggio e
giugno 1453, quindi proprio a ridosso della prima menzione (Ferrara
1442), e il doganiere sembra essere ancora in difficoltà con questa
nozione («triunfi», «trunfi», «trumfi», «trihomphi»). Talvolta sono
presenti già in quantità notevoli («18 para», «26 para», «48 para
triunfi») (4). E anche per le carte da giocare («da jocare», «jugare»,
ma mai "naibi"), per Roma, la menzione nei registri doganali è precoce
(la prima citazione del gioco delle carte negli atti giudiziari romani —
peraltro frammentari — risale al 1448 (5)): fin da subito attraverso la
dogana arrivano regolarmente carte da gioco e da più fornitori
contemporaneamente: «tre ciste de carte dozinali da ioco, sonno] dozine
LVII extimate ducati XXIV» già nel novembre 1451 in un'unica fornitura
(6). È opportuno sottolineare il carattere della fonte. Non si tratta di
fonti normative, che vietano o regolamentano il gioco, dalle quali
veniamo a conoscenza precocemente di tutte le forme di gioco e anche del
gioco delle carte'. I registri doganali — a paragone della situazione
frammentaria delle fonti romane, un tesoro archivistico che Roma
possiede in più rispetto alle altre città (8) — invece non regolamentano
la realtà, ma la riproducono in maniera addirittura fotografica,
dispiegano di fronte ai nostri occhi la cultura materiale del tempo nel
modo più concreto. E per nostra fortuna i doganieri romani dell'epoca
erano così accurati da registrare nel dettaglio non solo forniture
costose di tessuti e forniture voluminose di metalli, ma anche
piccolezze come trionfi e carte da gioco, e in questo caso anche le
minime quantità e non solo intere ceste, arrivando talvolta a
specificare il tipo di trionfi («triunfi mezani», «triunfi picoli»,
«triunfi con oro», «triunfi senza oro»).
Sono
due le serie di registri che si sono conservate soprattutto per il
terzo quarto del Quattrocento. Una riguarda la dogana per l'importazione
via terra, l'altra la dogana per l'importazione via mare (9). La dogana
di terra non registra le forniture destinate alla corte papale, perché
questa era esente da diritti doganali, per cui per i trasporti via terra
prendiamo visione solo delle importazioni nella Roma dei romani. Invece
il registro doganale marittimo segnala anche le forniture alla Roma dei
papi e cita anche le carte da gioco (fin dal primo registro che si è
conservato del 1444-1445, addirittura nell'unico volume tramandato per
il 1428 (10); spesso attraverso Gaeta, dove sicuramente le carte da
gioco non venivano fabbricate ma trasbordate); ma non vengono menzionati
i trionfi, che — come gran parte della merce fiorentina — a quanto pare
giungevano a Roma solo via terra (11).
Dato
che conosciamo la tariffa daziaria (per i trasporti via terra 5 per
cento del valore stimato della merce importata, per la dogana marittima
6,5 per cento), è possibile calcolare il valore delle merci a partire
dal pagamento doganale indicato (per il 5 per cento, quindi venti volte
il pagamento), ma solo se non sono comprese altre merci. Per questo
articolo non sembra essersi ancora definito un valore tariffario fisso e
i valori di mercato da calcolare
______________
1. Esch 2013.
2.
Si veda trionfi.com (Tarot News 2013); forum.tarothistory.com; e in
generale i contributi di Ross Caldwell, Thierry Depaulis, Huck Meyer,
Franco Pratesi.
3. Roma, Archivio di Stato, Camerale 1, Camera
Urbis, reg. 39-42 (nel reg. 39, 1466, dal f. 57v) e 51-55; reg. 38 e 39,
reg. 40 e 51 hanno contenuto identico (un registro è tenuto dal
notarius dohane, l'altro dal dohanerius); reg. 42 è un cosiddetto
"bastardello", si veda ESCH 2007, pp. 110 e sg.
4. «309 para», in ESCH 2007, p. 63, dev'essere corretto in «30»: Antonio del Sasso 1463.
5. LOMBARDO 2008b, p. 40; ESPOSITO 2012, p. 229.
6. Per i dettagli: ESCH 2013, pp. 41 e sg.
7.
Recentemente Rizzi 2012, in particolare pp. 213-231 e 577-579. Per la
storia antica delle carte da gioco e dei trionfi, si vedano ZDEKAUER
1993, ORFALLI 1993, MORENA 1995, CAVACIOCCHI 1995, ORTALLI 1996,
LOMBARDO 2008a, VITALI 2010.
8. Per questo genere di fonte: ESCH 2007.
9. Per l'entità di quel che si è conservato delle due serie si veda ESCH 2007, pp. 417 e sg.
10. LOMBARDO. 1978, nn. 17 e 110.
11. ESCH 2013, pp. 49 e sgg.
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152 Schede /Observations / Fiches /Karte «Ludica», 21-22, 2015-2016
ARNOLD and DORIS ESCH
Imports of triumphs and playing cards in the customs registers of Rome, 1466-1480
To
supplement notices on the importation of trionfi and playing cards in
Rome in the years 1445-1465 (1), given that the documentation on
triumphs at such an early period is rather rare (2), we give here other
information from the customs registers of the years immediately
succeeding, 1466-1480 (3)
To briefly summarize the results of the
previous publication and to give the necessary information on the
source: it has been seen that in the mid-fifteenth century triumphs and
playing cards are imported into Rome in an unexpected amount, so the
patrimony so far known for triumphs has been greatly increased. Already
the oldest records that have been preserved in the customs registers
(those prior to November 1451 are lost) contain triumphs in May and June
1453, so just behind the first mention (Ferrara 1442), and the customs
officer seems to still have trouble with this notion ("trifun",
"trunfi", "trumfi", "trihomphi"). Sometimes they are already present in
considerable quantities ("18 para [packs]", "26 para", "48 para
treunfi") (4). And for playing cards (“da jocare”, “jugare”, but never
"naibi"), for Rome, the mention in the customs records is precocious
(the first citation of the game of cards in Roman court proceedings –
however fragmentary - dates back to 1448 (5)): from the beginning,
regular playing cards and those with more regularly arrive at the same
time: «tre ciste de carte dozinali da ioco, so[no] dozine LVII extimate
ducati XXIV» ("three dozen dozens [?] of playing cards LVII extravagant
XXIV ducats], already in November 1451 in a single delivery (6). It is
worth emphasizing the nature of the source. These are not normative
sources, which prohibit or regulate the game, from which we learn about
all forms of play and also the game of cards. Customs registers - in
comparison with the fragmented situation of Roman sources, an archival
treasury that Rome has more than other cities (8) - do not regulate
reality, but reproduce it in photographic terms, unfolding in front of
our eyes the material culture of the time in the most concrete way. And
for our good fortune the Roman customs officers of the time were so
accurate as to record in detail not only expensive supplies of fabrics
and bulky supplies of metals, but also small ones like triumphs and
playing cards, and in this case even the smallest quantities and not
just whole barges, sometimes even specifying the kind of triumphs
("triunfies mezani", "triunfi picoli", "triunfi con oro", "triunfi senza
oro" [median triumphs, little triumphs, triumphs with gold, triumphs
without gold]).
There are two sets of records that have been
preserved especially for the third quarter of the fifteenth century. One
concerns the customs for importation by land, the other the customs for
importing by sea (9). The land customs do not record supplies for the
papal court, because it was exempt from customs duties, so for land
transport we only see imports into Rome for the Romans. However, the
maritime customs register points out the paper supplies to Rome and also
mentions playing cards (from the first register that was preserved from
1444-1445, in the unique volume handed down for 1428 (10)), often
through Gaeta [then the seaport for Rome], where playing cards were
certainly not made but transported); but triumphs are not mentioned,
which - like much of the Florentine goods - apparently came to Rome only
by land (11).
Since we know the shipping tariff (for land
transport 5 percent of the estimated value of the goods imported, 6.5
percent for the maritime customs office), it is possible to calculate
the value of the goods from the indicated customs duty (for 5 Percent,
thus twenty times the payment), but only if other goods are not
included. For this article there does not seem to be defined a fixed
tariff value, and the market values to be calculated
_____________________________
1. Esch 2013.
2.
See trionfi.com (Tarot News 2013); forum.tarothistory.com; and in
general the contributions of Ross Caldwell, Thierry Depaulis, Huck
Meyer, Franco Pratesi.
3. Rome, State Archive, Chamber Report 1,
Chamber Urbis, reg. 39-42 (in reg. 39, 1466, p. 57v) and 51-55; reg. 38
and 39, reg. 40 and 51 have the same content (one register is kept by
notarius dohane, the other by dohanerius); reg. 42 is a so-called
"bastard", see ESCH 2007, pp. 110ff.
4. «309 para» [packs], in ESCH 2007, p. 63, must be corrected to '30': Antonio del Sasso 1463.
5. LOMBARDO 2008b, p. 40; EXHIBITION 2012, p. 229.
6. For details: ESCH 2013, pp. 41f.
7.
Recently Rizzi 2012, in particular pp. 213-231 and 577-579. For the
early history of playing cards and triumphs, see ZDEKAUER 1993, ORTALLI
1993, MORENA 1995, CAVACIOCCHI 1995, ORTALLI 1996, LOMBARDO 2008a,
VITALI 2010.
8. For this kind of source: ESCH 2007.
9. For the magnitude of what has been preserved in the two series, see ESCH 2007, pp. 417f.
10. LOMBARDO. 1978, nn. 17 and 110.
11. ESCH 2013, pp. 49ff.
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152 Schede/Observations/Fiches/Karte «Ludica», 21-22, 2015-2016
per
il dazio delle carte da gioco o i trionfi sono fortemente oscillanti.
Perciò è tanto più importante notare che alla dogana marittima talvolta
vengono addirittura assunti come base i prezzi di vendita effettivamente
pagati (per esempio, «pro dictis cartis pro ludendo vendutis in totum
bologninis II c, paga 123 bol.» che corrisponde al 6,5 per cento) (12).
Per
quanto riguarda l'origine dei fornitori — e con ciò presumibilmente
anche degli stessi prodotti, dei trionfi e delle carte da gioco —, le
registrazioni del 1445-1465 indicano soprattutto Firenze, dove fino a
quel momento non era documentata una produzione intensiva di carte da
gioco e di trionfi, mentre talvolta nei registri doganali romani vengono
definiti addirittura come merce fiorentina (« 1 fardello merce de
Fiorensa, entrovi carte da jocare oppure triunfi») (13). E questa
provenienza fiorentina domina anche nei casi — visibilmente in
diminuzione — degli anni successivi qui presi in esame, 1466-1480, nei
quali comunque si apre una lacuna di trasmissione di diversi anni (da
settembre 1469 a maggio 1474). Conoscendo i registri doganali nel loro
complesso, quello che possiamo fornire come nostro contributo agli studi
specialistici è il contesto: insieme a che tipo di merci vengono
importati i trionfi e le carte da giocare? Che genere di mercanti
procurano questo articolo e in quale assortimento di altre merci sono
specializzati? Non sono cartai e cartolai a fornire questi articoli —
bisogna fare attenzione al fatto che le «carte» («da giocare» o
semplicemente «carte», al plurale) nel registro doganale sono da
distinguere dalle forniture di carta comune come «carta», «carta reale»,
«carta da scrivere», «carta straccio», «carta piccola», «carta da
Ronciglione», «da Tivoli» e così via. Le forniture di carta comune nei
registri doganali (14) sono contate prevalentemente in «risme» (invece
le carte da gioco in «paca»/«para» o in «dozine»), e venivano importate a
Roma in gran quantità, dato che un simile centro amministrativo e
culturale aveva un immenso bisogno di carta.
Per
questa via potrebbe essere possibile delimitare in modo più
circoscritto la fabbricazione di questi articoli e condurre a Firenze
una ricerca mirata e più ricca di prospettive. Perciò, quando questi
fornitori vengono ancora menzionati altrove nei registri doganali, nelle
annotazioni vengono date indicazioni sul listino restante: come negli
anni precedenti, sono presenti, fra l'altro, «oro battuto», «orpelli»
(si pensi ai precoci trionfi Visconti decorati da oro in foglie),
«argento filato», come pure oggetti d'arte e spesso «seta». Franco
Pratesi, in effetti, ha trovato di recente parecchie notizie fra i
setaioli, dai cui libri contabili ha potuto dimostrare il commercio di
carte da gioco (15). In questo modo si può stabilire — come abbiamo già
proposto — sotto quali nomi (però non sono mai grandi nomi come Medici,
Spinelli, Cambini), ma anche in quale ambito della produzione
artigianale si deve cercare nelle fonti fiorentine, per esempio nel
ricco materiale della contabilità di imprese industriali e artigianali
(16), negli atti delle corporazioni e naturalmente nel catasto, in cui
alcuni mercanti menzionavano esplicitamente le loro esportazioni verso
Roma (17).
_____________
12.
Reg. 122,f. 18r. Il ducatus auri de camera allora valeva 72 bolognini e
aveva lo stesso valore del forino (di suggello) "stretto" fiorentino:
ESCH 2007, pp. 413 e sg.
13. ESCH 2013, pp. 42 e sg.; inoltre
importazioni di carte da gioco tramite mercanti fiamminghi, sempre in
ESCH 2013, pp. 42 e sg.
14. Sono raccolte in CHERUBINI e altri 1983, pp. 458-537.
15. PRATESI 2012.
16. GOLDTHWAITE 1998. Sull'esempio delle Ricordanze di Neri di Bicci, Escx 2007 p. 239.
17.
Per la fonte: HERLIHY-KLAPISCH-ZUBER 1978; per le esportazioni da
Firenze a Roma dichiarate si veda ESCH 2007, pp. 43, 62 e 238.
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153
ARNOLD e DORIS ESCH, Importazioni di trionfi e carte da giocare nei
registri doganali di Roma, 1466-1480, «Ludica», 21-22, 2015-2016
for
playing cards or triumphs are strongly oscillating. Therefore, it is
all the more important to note that at the maritime customs it is
sometimes additionally assumed as a base the sales prices actually paid
(for example, "Pro dictis cartis pro ludendo vendutis in totum
bologninis II c. paga 123 bol.", which corresponds to 6.5 percent) (12).
Regarding
the origin of suppliers - and presumably also of the products
themselves, triumphs and playing cards - the records of 1445-1465
indicate above all Florence, where until now there was no documented
intensive production of playing cards and triumphs, while sometimes in
the Roman customs registers they are even defined as Florentine
merchandise («1 fardello merce de Fiorensa, entrovi carte da jocare
oppure triunfi» ["1 Florentine merchandise bundle, in the form of
playing cards or triumphs]) (13). And this Florentine origin also
dominates in the cases - visibly diminishing - of the following years
here examined, 1466-1480, in which, however, a gap of transmission of
several years is opened (from September 1469 to May 1474). Knowing the
customs records as a whole, what we can provide as a contribution to
specialized studies is the context: with what kinds of goods are
imported triumphs and cards to play? What kinds of merchants are
procuring this item and with what assortment of other goods is
specified? They are not stationers or card makers who furnish these
articles – one needs to be careful that the "cards" ("playing" or simply
"cards" in the plural) in the customs register are to be distinguished
from paper supplies such as «carta», «carta reale», «carta da scrivere»,
«carta straccio», «carta piccola», «carta da Ronciglione», «da Tivoli»
[«paper», «royal paper», «writing paper», «rag paper», «small paper»,
«paper of Ronciglione», «of Tivoli»] and so on. Paper supplies in the
customs registers (14) are mainly made up of 'reams' (instead of playing
cards in 'paca' / 'para' or 'dozine’) and were imported into Rome in
large quantities, since such an administrative and cultural center had
an immense need for paper.
In this way it would be possible to
delimit more closely the manufacture of these articles and lead to a
targeted and richer prospect for research in Florence. Therefore, when
these suppliers are also mentioned elsewhere in the customs registers,
annotations are given on the remaining list: as in previous years, there
are, among other things, «oro battuto», «orpelli» ["beaten gold",
"gold-coated parchment/paper"] (think of the early Visconti triumphs
decorated with gold leaf), «argento filato» [silver thread?], as well as
art objects and often "silk". Franco Pratesi, in fact, recently found
several notices among the silk merchants, from whose account books he
was able to demonstrate the trading of playing cards (15). In this way
it is possible to establish - as we have already proposed - under what
names (but never are big names like Medici, Spinelli, Cambini), but also
in what field of artisanal production we must look for in Florentine
sources, for example in the rich accounting material of industries and
handicrafts (16), acts of corporations and of course in the catasto
[assessments of properties, goods, and household members for tax
purposes], where some merchants explicitly mentioned their exports to
Rome (17).
_______________________
12. Reg. 122, f. 18r. The ducatus auri de camera then valued at 72 bolognines had the same value as the "straight" Florentine florin (of seals): ESCH 2007, pp. 413ff.
13. ESCH 2013, pp. 42f; Also imports of playing cards through Flemish merchants, also in ESCH 2013, pp. 42f.
14. Collected in CHERUBINI et al. 1983, pp. 458-537.
15. PRATESI 2012.
16. GOLDTHWAITE 1998. On the example of the Ricordanze di Neri di Bicci, Esch 2007 p. 239.
17. For the source: HERLIHY-KLAPISCH-ZUBER 1978; For exports from Florence to Rome, see ESCH 2007, pp. 43, 62 and 238.
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ARNOLD e DORIS ESCH, Importazioni di trionfi e carte da giocare nei
registri doganali di Roma, 1466-1480, «Ludica», 21-22, 2015-2016
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18.
Aluisi (anche Luisci) merciaio, dalle Fiandre, con il listino tipico
di queste parti: articoli d'ottone, di stagno; candelabri, coltelli,
«birette de Flandria», scarselle, guanti, argento filato, «cortine
depinte», e così via, si veda ESCH 2013, nota 35. Le sue "carte da
jocare e trionfi" importate prima del 1466 in ESCH 2013, p. 47.
19.
Pierozzo di Ser Francesco, di Firenze: fornisce oro fino, argento, «oro
battuto fino», «oro de mita battuto», argento battuto, oro filato,
argento filato, orpelli; tessuti di seta di ogni qualità, «tele
depinte», smalti, «barette de grana» (tinte con grana, cioè con il
chermes), «corde de liuto» e così via, si veda ESCH 2013, nota 31;
trionfi 1457-1464 importati da Pie-rozzo: ESCH 2013, p. 45.
20.
Filippo da Verazzano (presso Arezzo, quindi in territorio fiorentino):
introduce «imagini depinte» in grande quantità, molti «oropelli», «oro
di Colonia» (filo d'oro), altari portatili, paternostri di smalto,
oggetti d'avorio, centi colorati, nastri di seta, «tele todesche tente»,
coltre e guarnella di Venezia, si veda ESCH 2007, ad indicem.
21.
Johanni de Oriolo (anche dell'Orioli): introduce «tele todesche tente»,
tele di San Gallo, fustagno, boccaccino, filo, seta colorata.
22. Johanne de Pino (anche de Pigno): importa «carte pente», candelieri, filo, si veda Esch 2007, pp. 246 e sg. e p. 278.
23. Con rinvio a un «bastardello», p. 67.
24. Baccio merciaro: carte da giocare e trionfi, 1464-1465, si veda ESCH 2013, p. 48.
25.
Ardito Arditi, da Firenze: fornisce merce fiamminga, «argento de
Colonia», «calamari [calamaio] di osso lavorati», si veda ESCH 2007, p.
128.
26. Benedetto Tornaquinci: introduce in grandi quantità
soprattutto centi colorati, centi imbroccati, nastri «centi» de seta,
orpelli; nonché «boccacino di Cipro», «tele todesche tente», «tele
veneziane»; e una volta «imagine dipente», uno «specchio d'avolio»,
maioliche di Spagna, si veda ESCH 2007, ad indicem («Bernardo T.», ESCH
2007 a p. 247 è da correggere in «Benedetto T.»).
27. Introduce seta colorata, filo.
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154 Schede/Observations/Fiches/Karten, «Ludica», 21-22, 2015-2016
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18.
Aluisi (also Luisci) haberdasher, from Flanders, with the typical list
of these deals: brass articles, tin; candlesticks, knives, "Flanders
biretti [priests' hats]", purses, gloves, silver thread, "painted
curtains", and so forth, see ESCH 2013, note 35. Its "carte da jocare e
trionfi" ["playing and triumphs"] imported before 1466 in ESCH 2013 , p.
47.
19. Pierozzo di Ser Francesco of Florence: he supplies fine
gold, silver, «oro battuto fino», «oro de mita battuto» [fine beaten
gold", "miter [?] of beaten gold"], beaten silver, gold thread, silver
thread, orpelli [gold on parchment/paper]; silk fabrics of all
qualities, "painted cloths", enamels, «barette [bars?] de grana»
(coated with grana, i.e. kermes
[a dark red dye made from a certain insect]), "lute strings" and so
forth, see ESCH 2013, note 31; Triumphs 1457-1464 imported from
Pierozzo: ESCH 2013, p. 45.
20. Filippo da Verazzano (near Arezzo,
therefore in Florentine territory): introduces "depicted images" in
large quantities, many "oropellas" [gold on parchment/paper], "gold of
Cologne" (gold thread), portable altars, enamel paternostrials, objects
of Ivory, colored dice, «boccacino di Cipro» [delicacies of Cyprus?],
«tele todesche tente» [German canvases?], Venetian canvases; see ESCH
2007, for indications.
21. Johanni de Oriolo (also de Ooli):
introduces "«tele todesche tente» [German canvases?], canvases of St.
Gall, fustian [corduroy?], boccaccino [delicacies?], thread, colored silk.
22.
Johanne de Pino (also of Pigno): imports ‘carte pente” [painted
cards?], candlesticks, thread; see Esch 2007, pp. 246f and p. 278.
23. Referring to a «bastardello» ["bastard"?], p. 67.
24. Bacchus Merciaro: playing cards and triumphs, 1464-1465, see ESCH 2013, p. 48.
25.
Ardito Arditi, of Florence: provides Flemish goods, "Cologne silver",
"calimari" [inkwells] of worked bone; see ESCH 2007, p. 128.
26. Benedetto Tornaquinci: introduces in large quantities mainly colored centi
[patchwork garments?], knotted centi, silk cemti, orpelli [gold-coated
parchment or paper]; as well as "boccacino di Cipro", "tele todesche
tente", "Venetian canvases"; and once a "painted image", a "ceramic
mirror", majolica of Spain; see ESCH 2007, for indications ("Bernardo
T." in ESCH 2007, p. 247, is to be corrected to "Benedetto T.") .
27. Introduces colored silk, thread.
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154 Schede/Observations/Fiches/Karten, «Ludica», 21-22, 2015-2016